Più volte nel testo si sente parlare di Fortuna perché alcune esperienze, circostanze e molti incontri l’autore li rimanda a solo e puro caso. Un’autobiografia insolita ma con un certo savoir-faire, dove anche il ruolo delle donne non è posto a caso. Forse, è l’unica linearità che ritroviamo nel racconto. Si parte con Bobitza, donna di trincea, poi Fernanda, moglie di forte indole e grande acume che lo accompagnerà per molti anni della sua vita e infine Cleide e Barbara, racchiuse e narrate nel capitolo Libro Illeggibile.
Credo non sia opportuno paragonare il suo scritto ad una delle sue creazioni. Chi lo conosce come designer, architetto, urbanista, fotografo sa benissimo che Sottsass scrittore è forse meno eclettico e poliedrico, ma ancor più essenziale, ironico, intimo senza alcuna sovrastruttura o impalcatura, o meglio senza vestiti: insomma un corpo indifeso e un’anima (forse o quasi) fragile.
Il sole ventiquattrore
Angelita Palmigiano